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La nutrizione in gravidanza e in allattamento

La nutrizione materna ha un ruolo fondamentale sul decorso e sull'esito della gravidanza.

Uno stato nutrizionale adeguato della madre, anche prima dell'inizio della gravidanza e una corretta alimentazione durante la gestazione, sono presupposti essenziali per la prevenzione di gran parte delle patologie materno-fetali. Un apporto nutritivo inadeguato, sia in eccesso che in difetto, può compromettere l'esito della gravidanza.

Il fabbisogno energetico in gravidanza è spesso sovrastimato dalle donne ed è compito del medico provvedere ad una corretta informazione secondo le raccomandazioni vigenti. La credenza popolare che sia necessario mangiare per due è purtroppo ancora diffusa, mentre i dati mostrano che l'aumento del metabolismo basale in gravidanza è in realtà minimo.

Durante la gravidanza si verificano importanti cambiamenti nell'organismo materno, finalizzati a creare un ambiente idoneo per la crescita fetale e a preservare la salute della madre fino al momento del parto. Tali cambiamenti riguardano sia l'apparato genitale che quello extra-genitale. Alcuni di questi cambiamenti sono strettamente correlati allo stato nutrizionale e all'aumento del peso in gravidanza e riguardano la composizione corporea, finalizzata a garantire una riserva energetica adeguata, le modificazioni emoreologiche, finalizzate a consentire un'adeguata perfusione dell'unità feto-placentare, i cambiamenti del metabolismo, che coinvolgono principalmente il metabolismo dei carboidrati o metabolismo glucidico, ma anche quello lipidico e proteico.

All'inizio della gravidanza è bene che il medico valuti lo stato nutrizionale della donna e il suo body mass index (BMI), adeguando l'apporto energetico e nutrizionale durante la gravidanza in base al BMI pregravidico e alle raccomandazioni OMS.

Va anche sottolineato che in letteratura scientifica stanno emergendo sempre più nuovi studi che confermerebbero che la cattiva nutrizione materno-fetale, sia in eccesso che in difetto, possa predisporre allo sviluppo di patologie croniche in età adulta, in quanto essa (la nutrizione sbagliata, insieme ad altre cause ambientali quali stress, patologie, esposizione a sostanze tossiche) agirebbe direttamente sulla plasticità delle informazioni ereditarie (epigenetica).

La gravidanza comporta, per le donne sane, normopeso e con uno stile di vita moderatamente attivo, un modesto aumento del fabbisogno calorico, variabile a seconda del trimestre considerato, che può essere raggiunto aumentando in modo bilanciato il consumo di macronutrienti, mantenendo cioè l'equilibrio tra carboidrati, grassi e proteine, nei rapporti quantitativi delle Linee Guida Nutrizionali. L'eccesso di calorie durante la gravidanza può essere altrettanto dannoso quanto la loro carenza, soprattutto in donne sovrappeso e obese, per le quali aumenta il rischio di esiti avversi, oltre alla vulnerabilità del nascituro allo sviluppo di patologie metaboliche in età adulta, come già scritto.

In corso di gravidanza aumenta sensibilmente il fabbisogno di proteine, mentre è pressochè invariato quello di carboidrati e grassi. Nella scia degli alimenti è utile privilegiare cereali integrali per garantire anche un adeguato apporto di fibre ed è necessaria anche una correlata attività fisica aerobica. I micronutrienti necessari in piccole quantità nella dieta sono costituiti da vitamine e minerali e svolgono un ruolo fondamentale in numerose funzioni biologiche, soprattutto in gravidanza in cui il fabbisogno è aumentato. Vediamo di seguito dove sono o meno necessarie supplementazioni nella dieta in gravidanza:

La supplementazione giornaliera di 0,4 mg di acido folico è raccomandata da almeno un mese prima della gravidaza, fino alla fine del terzo mese.

La supplementazione di ferro è raccomandata a concentrazioni di emoglobina < a 11 g/dl nel primo trimestre e < a 10,5 alla 28.a settimana.

Il calcio va supplementato solo nelle popolazioni con una dieta povera di questo nutriente, quindi si tratta di una raccomandazione contesto-specifica.

Anche la vitamina A, solo in casi contesto-specifici.

Lo Zinco è raccomandato in gravidanza sempre in condizioni specifiche.

La vitamina B6 non è raccomandata nelle donne in gravidanza.

La vitamina C non è raccomandata nelle donne in gravidanza.

La vitamina D non è raccomandata nelle donne in gravidanza.

La vitamina E non è raccomandata nelle donne in gravidanza.

L'assunzione di caffeina non dovrebbe essere maggiore di 2 tazzine al giorno.

La supplementazione di multivitaminici e multiminerali non è raccomandata nelle donne in gravidanza.

E' bene astenersi dall'assunzione di alcool durante il periodo peri-concezionale e nel primo trimestre e in seguito limitarsi a non più di due bicchieri di vino alla settimana.

Il fabbisogno energetico in gravidanza dipende anche dalla attività fisica, la quale deve essere regolare e moderata, per fornire un maggiore apporto alla placenta e al feto, mentre è sconsigliata l'attività fisica di tipo agonistico o intensa in quanto determina un effetto contrario con maggiore incidenza di parto prematuro e ritardo di crescita fetale intrauterina. Si consiglia la camminata, la bici o il nuoto 30 minuti al giorno. Utile anche il pilates, lo yoga e il metodo Feldenkreis per ridurre le complicanze muscolo scheletriche e dell'area pelvica e avere meno dolore durante il parto.

Inoltre è riscontrato che l'attività fisica ha un effetto benefico sullo sviluppo fetale riducendo il rischio di peso elevato alla nascita, oltre che l'ovvia riduzione di temute complicanze quali la gestosi, la pre-eclampsia e il diabete.

Vediamo ora alcune situazioni cliniche comuni in gravidanza.

Iperemesi. La nausea è un disturbo gastrointestinale molto comune in gravidanza, in particolare nel primo trimestre. Si verifica nell'80% delle gravide e nel 50% è associata a vomito. L'iperemesi gravidica severa colpisce poco meno del 2% dei casi ed è caratterizzata da nausea, vomito, disidratazione, chetonuria, perdita di peso, compromettendo lo stato di salute generale. L'ospedalizzazione è necessaria in caso di vomito persistente, squilibrio elettrolitico e perdita di peso significativa. Entro la fine del IV mese i sintomi si attenuano e scompaiono.

E' bene fare pasti piccoli e frequenti a base di cibi secchi, evitare cibi con odori forti, grassi e zuccheri semplici, bisogna bere molto, ma lontano dai pasti a piccoli sorsi (per evitare il vomito paradosso), non ci si deve coricare subito dopo il pasto

.

Costipazione. Il 40% delle donne in gravidanza, in particolare nel primo trimestre anche per una ridotta peristalsi intestinale causata dalla produzione del progesterone, soffre di stitichezza, a volte assai tenace. Utile una adeguata alimentazione con cibi ricchi di fibre (pane integrale,cereali integrali, verdure fresche, frutta fresca e secca), idratazione ed esercizio fisico. Bere almeno 1500 ml di acqua.

Toxoplasmosi. Le donne sieronegative, cioè che non hanno mai avuto contatti col parassita della toxoplasmosi (toxoplasma gondii), devono adottare accurate norme igienico-alimentari. Lavare bene le mani prima di cucinare, mangiare e dopo avere manipolato prodotti della terra. Devono inoltre, per evitare le oocisti, lavare accuratamente frutta e verdura con acqua corrente, anche le confezioni pre-lavate. Non servono a nulla bicarbonato e amuchina. Cuocere bene la carne per evitare le cisti di latenza. Evitare il contatto diretto con la terra e con feci di gatto, lettiere...

In sostanza a causa dei numerosi patogeni che possono causare tossinfezioni alimentari pericolose, con conseguente rischio di esiti materno-fetali sfavorevoli si raccomanda una accurata igiene personale e alimentare.

Consumo di pesce. Si raccomanda anche di limitare il consumo di alcune tipologie di pesce (pesce spada, marlin, squalo, tonno) per il loro potenziale contenuto di sostanze nocive (diossine, policlorobifenili, metilmercurio) e favorire invece il consumo di pesce di mare di piccola e media taglia almeno due-tre volte alla settimana.

Donne vegetariane e vegane. Una dieta vegetariana o vegana ben pianificata può essere nutrizionalmente valida, con risultati positivi per madre e bambino. Tuttavia, in base alla scarsa disponibilità di vitamina B12 e ferro nelle fonti vegetali e quindi alla mancata riserva di tali sostanze è necessario considerarne l'integrazione.

Gravidanze gemellari. L'alimentazione deve essere adattata al singolo caso. Si raccomanda comunque di prestare attenzione alla anemia e alla sua prevenzione, perchè nelle gravide gemellari si presenta 4 volte più frequentemente che nelle gravidanze singole.

Allattamento. Il latte materno rappresenta il nutrimento ideale per il neonato e l'allattamento materno esclusivo va raccomandato e incoraggiato. Il latte materno contiene non solo fattori nutritivi quali lipidi, grassi, oligosaccaridi (soprattutto lattosio), ma anche componenti funzionali, quali cellule immunitarie, ormoni, microbioma (flora batterica), rappresentando un vero e proprio sistema biologico. La dieta materna influisce molto sul microbioma del latte, sia alterandone la composizione, sia privilegiando la proliferazione di particolari colonie batteriche nel tratto gastro-intestinale materno, influenzando in questo modo il sistema immunitario e la salute del neonato, anche in età adulta.Infatti il latte materno si associa a benefici per la salute non solo nell'infanzia ma anche in età adulta. Nei bambini allattati al seno si osserva una minore incidenza di infezioni del tratto gastroenterico, del tratto respiratorio, della otite media. Si è evidenziato anche un effetto protettivo nei confronti di malattie croniche come la celiachia, il diabete di tipo I, malattie infiammatorie intestinali. In età adulta si associa a minore rischio di sviluppare diabete tipo II, ipertensione, ipercolesterolemia, alcuni tumori, osteoporosi ed effetti positivi sul neurosviluppo e sulle abilità cognitive. Infatti i nutrienti del latte non hanno solo una funzione nutritiva ma possono modificare, come si è visto attraverso studi di biologia molecolare, direttamente o indirettamente tramite gli ormoni, l'espressione di numerosi geni (nutrigenomica).


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